Coronavirus e imprese: e adesso, come ci organizziamo?

Quelle che dà il Governo sono delle raccomandazioni. È necessario in questo momento per le aziende ragionare in maniera pratica e soprattutto moderna e limitare al massimo l’esposizione dei lavoratori ove non indispensabile.

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Come previsto (e in certi casi atteso), il Governo ieri 11 marzo è intervenuto ulteriormente con un nuovo provvedimento che prevede altre significative limitazioni alle attività commerciali e in parte a quelle produttive.

Abbiamo già visto, con l’articolo di oggi di Daniela Zanella, quali sono le attività che possono rimanere aperte e quali chiuse.

Concentriamoci su quelle che possono rimanere aperte: come si deve comportare l’azienda?

Il Governo dà delle linee guida, rimettendo a valutazioni di opportunità la decisione di proseguire o meno l’attività.

Per le attività produttive e per quelle professionali, cosa stabilisce il decreto?

Quelle che dà il Governo sono delle raccomandazioni.

Va preferito, ove possibile, l’uso dello smart working e su questo abbiamo già spiegato quali sono le opzioni a disposizione del datore di lavoro e quali sono i diritti del lavoratore.

È sempre caldeggiato il ricorso alle ferie e ai permessi retribuiti in caso di sospensione dell’attività lavorativa, in modo da non impattare eccessivamente sui privati e sulle famiglie.

È suggerita la chiusura dei reparti non indispensabili alla produzione: opzione questa che lascia davvero amplissimo margine alla discrezionalità del datore di lavoro e che può ovviamente generare confusione nell’imprenditore stesso che si trova a decidere se chiudere o meno un reparto.

Ad una prima lettura, pare che si possa escludere che la norma imponga una chiusura di un reparto ritenuto non indispensabile, e si invita l’azienda, ove possibile, a ricorrere alle forme di svolgimento del lavoro a distanza o alla rotazione tra lavoratori tramite smaltimento alternato di ferie/permessi.

Naturalmente, se il reparto ritenuto non indispensabile svolge attività che non può essere svolta a distanza, starà all’imprenditore valutare l’opportunità di chiuderlo o meno, ricorrendo eventualmente a forme di ammortizzatori sociali (che verranno stabiliti probabilmente domani venerdì 13 marzo) a sostegno dei lavoratori.

Nel caso in cui invece l’imprenditore decidesse di proseguire con la produzione in ogni reparto (opzione per ora concessa), dovrà comunque garantire la sicurezza dei lavoratori, eventualmente anche dotando il personale di dispositivi di protezione e sanificando i luoghi di lavoro.

Essere pratici

Si tratta, lo ribadiamo, di raccomandazioni che per ora non sono sanzionate, ma non è escluso che in un secondo momento il Governo possa intervenire ulteriormente prevedendo dei sistemi di controllo e verifica del rispetto delle linee guida generali.

È dunque necessario in questo momento per le aziende ragionare in maniera pratica e soprattutto moderna e limitare al massimo l’esposizione dei lavoratori ove non indispensabile. Inoltre, in caso di prosecuzione dell’attività produttiva, è indispensabile coinvolgere nelle decisioni il proprio responsabile della sicurezza per le valutazioni più opportune, al fine di garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro ancora maggiormente di quanto già si faccia.

Avvocato Erica Mussato, Diritto del Lavoro e Previdenziale, Treviso - Partner Agoràpro
Avvocato Erica Mussato, Diritto del Lavoro e Previdenziale
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Problematiche sul lavoro – Imprese e Società

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