Proposta di riforma del D.Lgs. 231/2001: la semplificazione per le PMI e le principali novità

La proposta di riforma del Decreto Legislativo 231/2001, attualmente al vaglio del Parlamento, mira a rendere più equo ed efficace il sistema di responsabilità amministrativa degli enti, introducendo significativi cambiamenti rispetto alla normativa attuale.

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In particolare, la riforma prevede la possibilità di adottare modelli semplificati per le PMI, in considerazione del fatto che molte di queste presentano una struttura organizzativa semplificata ed accentrata, in cui le principali funzioni aziendali sono spesso concentrate in poche persone. In un simile contesto, risulta infatti complesso tracciare una netta separazione tra le responsabilità degli organi apicali e quelle della società.

1. Misure e benefici per le piccole e medie imprese (PMI)

Come sopra anticipato, per facilitare l’adozione del Modello Organizzativo 231 da parte delle PMI, la riforma prevede la possibilità per queste di adottare modelli di organizzazione seguendo procedure semplificate, che dovranno essere definite con decreto del Ministero della Giustizia, previa consultazione delle associazioni di categoria e dei ministeri competenti.

Ciò per garantire anche alle PMI – spesso restie a conformarsi al D. Lgs. n. 231/2001 – l’accesso ai vantaggi che l’adozione di un Modello 231 porta con sé, ovvero:

  • esenzione da responsabilità amministrativa, evitando quindi sanzioni pecuniarie e danni all’immagine;
  • partecipazione a gare d’appalto, anche della Pubblica Amministrazione che spesso richiede l’adozione del Modello 231 per poter accedere al bando;
  • rating di legalità, che garantisce il rispetto di elevati standard di legalità da parte dell’impresa e misura, premiandola, una gestione aziendale trasparente, etica e virtuosa; un buon rating consente l’accesso a benefici, risorse e opportunità in ambito sia pubblico che privato;
  • sconto premio INAIL fino al 28% che si richiede tramite il modulo OT23; la riduzione è concessa se l’azienda ha realizzato interventi migliorativi in materia di sicurezza e prevenzione oltre gli obblighi di legge, come l’adozione di un Modello 231. La domanda si presenta ogni anno entro il 28 febbraio ed è riferita agli interventi migliorativi realizzati nell’anno solare precedente.

La riforma si propone inoltre di ridurre le sanzioni nei casi di sovrapposizione tra la persona fisica che ha commesso il reato e l’ente, casistica che spesso si riscontra proprio nelle PMI.

Per le PMI, dunque, l’adozione del Modello Organizzativo 231 non solo consente di prevenire la responsabilità amministrativa da reato, ma offre anche vantaggi competitivi significativi, migliorando l’accesso a contratti pubblici, finanziamenti agevolati e opportunità di crescita. È quindi fondamentale anche per le PMI valutare l’adozione di un Modello, anche attraverso soluzioni semplificate, per garantire la conformità alle normative e rafforzare la propria posizione nel mercato.

2. Le principali novità della riforma

2.1 Introduzione di meccanismi premiali e di giustizia riparativa: la proposta riorganizzativa, le condotte riparatorie, l’estinzione dell’illecito

La riforma propone l’introduzione di strumenti ispirati a modelli anglosassoni – come, ad esempio, la Deferred Prosecution Agreements (DPA) – che consentono agli enti di evitare sanzioni severe attraverso la collaborazione con le autorità e l’adozione di misure riparatorie.

Nello specifico, salvo i casi di reiterazione, secondo quanto previsto nella riforma l’ente potrà chiedere al Giudice un termine per eliminare le carenze del modello – eventualmente – riscontrate dal Pubblico Ministero presentando una proposta riorganizzativa del Modello stesso, oltre ad offrire un risarcimento del danno e impegnarsi a svolgere determinate attività per ridurre le conseguenze dannose o pericolose derivate dalla commissione dell’illecito e mettere a disposizione il profitto conseguito.

Accolta la richiesta e sospeso il procedimento, al buon esito degli impegni assunti dall’ente, il Giudice potrà dichiarare con sentenza l’estinzione dell’illecito amministrativo contestato, salvo confisca del profitto già messo a disposizione.

2.2 Nuovi criteri di imputazione dell’illecito e onere probatorio

Scompare nella proposta di riforma la distinzione dell’illecito commesso dal soggetto apicale e dal soggetto sottoposto, anche in punto onere probatorio.

Viene proposto, infatti, di superare tale distinzione introducendo una disciplina unitaria e più garantista.

In dettaglio:

  • viene eliminata la presunzione di responsabilità dell’ente per i reati commessi da apicali;
  • in entrambi i casi (reati commessi da apicali/sottoposti), l’onere di provare la sussistenza dei criteri oggettivi di imputazione ricade sul pubblico ministero.

L’illecito potrà quindi esser riferito all’ente in mancanza di un’efficace adozione di un Modello di organizzazione idoneo a prevenire i reati della specie di quello verificatosi; ovvero nel caso in cui la violazione commessa sia stata resa possibile anche da un’insufficiente od omessa attività di vigilanza.

2.3 Il sistema dei controlli interni

Oltre a valorizzare il ruolo dell’Organismo di Vigilanza, a cui dovranno essere riconosciuti maggiori poteri di controllo e supervisione, anche attraverso la messa a disposizione di risorse adeguate per svolgere efficacemente le proprie funzioni, la proposta di riforma enfatizza l’importanza dell’intero sistema di controllo interno dell’ente, finalizzato ad una gestione integrata dei rischi. Ciò riguarda in particolare tutti i processi decisionali che coinvolgono le attività sensibili e, quindi, i rischi 231. Questo perché l’OdV svolge un controllo di tipo sistemico che non lo vede coinvolto all’interno di ogni singolo processo decisionale, governato invece dal sistema di reporting interno.

3. Considerazioni conclusive

La riforma del D. Lgs. 231/2001 rappresenta un passaggio cruciale nell’evoluzione del sistema di responsabilità amministrativa degli enti, con l’obiettivo dichiarato di rafforzarne l’efficacia, semplificarne l’applicazione e adattarla alle concrete esigenze del tessuto produttivo italiano, in particolare delle piccole e medie imprese.

Il nuovo impianto normativo mira a superare le criticità emerse in oltre vent’anni di applicazione, valorizzando il ruolo dei modelli organizzativi come strumenti reali di prevenzione.

In questo contesto si prospetta per l’impresa un’importante opportunità di crescita: promuovere una cultura della legalità e della gestione responsabile, sempre più centrale nei rapporti con clienti, istituzioni e mercati internazionali.

L’impresa consapevole, infatti, adotta un approccio proattivo che traduce la compliance in un reale vantaggio competitivo.

Martina Alba
Avvocato
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Consulenza societaria e dell’impresa

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